Gambarum. Immagine, etimo, radice del nome odierno. Simbolo acquatico tra lo scorrere eterno dell’acqua sui nostri declivi: dalle cime nei rivoli del laghetto; dalle vette nelle fontane del paese, le fontane dei miti: quegli stessi miti resi celebri dall’abruzzese Ovidio con le Metamorfosi. E metamorfosi è l’acqua che si cristallizza nelle alture di Gamberale e si trasforma in fiocchi di neve che incontrano i gamberi. L’acqua che si fa neve. In un gioiello. Sei gamberi, dodici chele, un fiocco. Neve a Gamberale. Nev a ammaràr.
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Un vortice formato da quattro gocce. Il ciclo infinito dell’acqua ispirato a una pietra dell’antico borgo. L’acqua delle belle fontane del centro, delle sorgenti e dei fontanili sui monti, l’acqua della “Vallis Regia”, antico nome di Barrea: la Valle Regia. O, secondo altre fonti, Barreiam, perché costruita sul dirupo che si affaccia sul fiume Sangro. E pur sempre acqua, acqua che scorre. Ma anche gocce del lago. In un territorio montano, quello dell’Alto Sangro e del Parco Nazionale, la cui vetta più alta, Monte Greco, è la cima di Barrea. Monte e monti, dove d’inverno si accumula la neve e da cui in primavera scende l’acqua. Acqua, dono pregiato, eccelsa purezza. Nella Valle Regia ogni goccia è preziosa e ognuno può sentirsi orgoglioso di tanta bellezza. Dalla Torre del Castello ogni uomo può sentirsi re e ogni donna può sentirsi regina di tale ricchezza. Dalle gocce nasce la vita. Dalle gocce nasce un gioiello. Un gioiello per Barrea.
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Ogni traguardo che raggiungi nella vita è una soddisfazione. E la soddisfazione è ancora più grande se sul tuo cammino hai incontrato degli ostacoli. Significa che hai lottato per raggiungere i tuoi obiettivi. Ma nella vita ci sono sempre nuovi obiettivi da raggiungere e non sempre ti sembrano alla tua portata. Alcuni ti appaiono difficili, impossibili… eppure è proprio di fronte alle cose più difficili che devi dare il massimo. Guarda oltre quell’onda gigantesca, quell’onda che sembra insuperabile. È lì che il tuo sogno ti sta aspettando. La fortuna aiuta gli audaci. Osa!
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Il gioiello “Balla per me” è ispirato alla celebre frase attribuita a Gandhi: "La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia". È un incoraggiamento da dare a chiunque attraversi un momento difficile. E soprattutto a chi sa di dover affrontare ostacoli impegnativi.
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L’Abbraccio dell’Angelo è il gioiello dedicato a Sant’Angelo del Pesco, un piccolo borgo dell’Alto Molise. Raffigura le ali di un angelo che danno un abbraccio e assumono la forma di un cuore. I simboli che hanno ispirato l’ideazione del gioiello si ritrovano anche in una lirica che Gabriele D’Annunzio dedicò a Elena Sangro: Figlia del tuo chiaro fiume, Elena Sangro, all’ombra dell’alcova nelle mie braccia sei color di fiume turbato appena dalla prima piova. Fatta sei di quell’oro avido e fresco che passa per Sant’Angelo del Pesco.
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Quando un fiocco di neve incontra la terra, la irrora d'acqua e di vita. Così da quella terra cresce un albero che protende i suoi rami verso il cielo in segno di gratitudine. E' il ciclo infinito che trasforma le cose, è la metamorfosi di un fiocco. La vita, l’albero, la neve. Tre elementi che si uniscono in un solo simbolo: l'albero della neve, che è albero della vita.
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Questo gioiello è stato creato per una mostra d'arte contemporanea tenutasi all'Espace Thorigny di Parigi. Nella Ville Lumière, la Città delle Luci, ecco un'opera che richiama tale idea. Ma all’interno della lampadina rappresentata in maniera realistica, i filamenti assumono sembianze peculiari: due volti, uno di fronte all’altro, trasformano il confronto in simbolo di illuminazione del progresso dell’Uomo. Confronto con il Prossimo o confronto con se stesso? L'Uomo può trovare la Luce in ogni anima, in quella che incontra nel cammino della Vita o in quella che alberga nel proprio cuore, purché esca dalle tenebre dello spirito. La luce è dunque non solo energia elettrica, ma anche figurazione di Amore, inteso come sentimento universale che unisce gli individui in modo positivo e infonde al prossimo e a se stesso quella carica di cui ognuno ha bisogno per affrontare la vita, quella forza che rivela ad ognuno il proprio potenziale. In fondo, per ritrovare l'energia, bisogna prima ritrovare se stessi.
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Un gioiello che può essere realizzato su richiesta con il profilo di qualsiasi persona. Nel primo esemplare, esposto alla Arthill Gallery di Londra, Coccopalmeri effigia il profilo di un bimbo. La linea che ne segna il volto è ambivalente e crea a sua volta il profilo della luna antropomorfa. Questa luna è crescente per il nostro emisfero boreale e pertanto di buon auspicio e portatrice di crescita e bontà. Facemoon è dunque una “luna del volto” che richiama per assonanza il nome del social network per antonomasia, immaginando un futuro le cui relazioni, inevitabilmente, si svilupperanno per via telematica, ma sempre sotto gli auspici, come auguravano gli antichi, di un cielo fausto.
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Questo gioiello celebra il sentimento materno. Si chiama "Amore" ed è stato presentato nei giorni scorsi in un grande evento in Sicilia, a Roccalumera (Me), paese in cui visse l'infanzia e l'adolescenza il poeta Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura nel 1959. In effetti questa creazione di arte orafa è liberamente ispirata alla poesia "Lettera alla madre" che il letterato siciliano pubblicò nel 1949.
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L’Angelo dell’Amore racchiude in sé tre immagini: la più immediata è proprio quella dell’angelo con un corpo stilizzato che si estende in un’armonia di linee fino alle ali realizzate con la filigrana. Appare poi la forma del cuore come simbolo di amore, sentimento di cui questo angelo si fa portatore. Infine, il corpo dell’angelo richiama un’idea di crocifisso attraverso una rappresentazione stilizzata della figura antropomorfa in croce. Tre concetti in una rappresentazione dell’Amore come sentimento universale di pace e benevolenza. È stato presentato al Museo dell’Angelo di Anyksciai in Lituania, dove è esposto in mostra permanente.
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