Gambarum.
Immagine, etimo, radice del nome odierno.
Simbolo acquatico tra lo scorrere eterno dell’acqua sui nostri declivi: dalle cime nei rivoli del laghetto; dalle vette nelle fontane del paese, le fontane dei miti: quegli stessi miti resi celebri dall’abruzzese Ovidio con le Metamorfosi.
E metamorfosi è l’acqua che si cristallizza nelle alture di Gamberale e si trasforma in fiocchi di neve che incontrano i gamberi.
L’acqua che si fa neve. In un gioiello.
Sei gamberi, dodici chele, un fiocco.
Neve a Gamberale.
Nev a ammaràr.